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Posted by yolafeature yolafeature on Wednesday, February 11, 2015

Per aNobii si tratta di un'occasione per aumentare la propria visibilità, direttamente dalle pagine di IBS. Per il sito venditore di libri " La partnership con aNobii ci consentirà di sviluppare al meglio le potenzialità del web 2.0 e dei social network per creare community di lettori sempre più appassionate e motivate" come dichiara Mauro Zerbini, AD di IBS.Secondo Zerbini la rete, invece di uccidere il libro, come si diceva, si sta dimostrando uno strumento capace di dare nuova vita alla letteratura, e di cambiare l'editoria, perché "da voce ai lettori" e, aggiunge "possiamo dire di aver iniziato a fare web2.0 da quando abbiamo dato ai nostri lettori la facoltà di mettere in rete le loro recensioni, un Web 2.0 ante litteram che risale al lontano 1998, ma che oggi con aNobii sarà reso alla massima potenza" e che, in sostanza, è capace di cambiare l'editoria e il suo mercato

Google è sempre stata identificata come l'azienda perfetta per lavorare, con sedi colorate, luminose, ampie e, soprattutto, un luogo dove viene dato libero spazio alla creatività. Tuttavia, chi ha deciso di andarsene, dipinge un ambiente un po' differente da quello insito nell'immaginario collettivo. A pubblicare la notizia è Techcrunch.Gli ex dipendenti parlano di stipendi insufficienti e di un attaccamento maniacale ai soldi da parte di Big G, al punto da negare aumenti e gratifiche promessi in precedenza. Lavorare in Google, inoltre, sarebbe un'esperienza sempre sul filo del rasoio, creata da un processo di assunzione inefficiente, che spesso avrebbe portato ad assumere persone per ruoli non ben definiti.

Alcuni dipendenti, però, confermano la visione idilliaca di una Google regno di pace di serenità, dove si può lavorare in modo innovativo senza tralasciare la sfera privata e i rapporti interpersonali. Tuttavia, in molti concordano su un punto: Google, con la sua filosofia, ti assorbe, fino a inghiottirti. In questo caso l'esempio fatto da Laurent, un ex dipendente, è molto chiaro: "Appena sono entrato in Google mi è sembrato di essere inghiottito da un gigante borg. Mi sentivo come se non esistessi, mentre osservavo le persone correre da una parte all'altra con il loro portatile".Google si dimostra quindi, nè più nè meno, come le altre aziende e le confessioni degli ex dipendenti lo confermano: c'è chi si è trovato e chi male, come chiunque di noi su un posto di lavoro. Ricordatelo: il paradiso, in terra, non esiste.

Le vendite di netbook stanno frantumando ogni record. Nel terzo trimestre 2008 si è registrato un volume di acquisti del 160% superiore rispetto a quello precedente. Le stime di fine anno indicano infatti un probabile venduto complessivo di circa 14 milioni di unità, 13 milioni in più rispetto dal 2007.DisplaySearch ha stimato che il segmento è dominato da Acer con il 38,3%, seguita da Asus con 30,3%, HP con il 5,8%, MSI con il 5,7 e Dell con il 2,8%. Secondo gli esperti non dovrebbe stupire, però, la mancata presenza di Apple.Com'è risaputo il mercato netbook riesce a generare profitti solo con grandi volumi di vendita. L'azienda di Cupertino, invece, si affida ad un modello di business completamente all'opposto: margini alti a fronte di piccoli volumi.Non si può aspettare che il giornale arrivi in edicola, il giorno dopo, per commentare i fatti più importanti del momento. Così il New York Times ha deciso di bruciare i tempi e far intervenire i suoi opinionisti a caldo, sul web prima che sulla carta stampata.

Lo ha annunciato il direttore della pagina editoriale, Andrew Rosenthal. "Una iniziativa che aggiunge alla forma classica dell’editoriale la natura istantanea di internet". In questo modo la copertura della notizia si approfondisce e si velocizza, permettendo ai lettori di avere commenti a breve termine."Si tratterà di un'estensione della notizia, una sorta di forum dove gli esperti possono dare più da vicino il loro contributo", ha spiegato Jill Abramson, la responsabile delle news.Rosenthal si auspica che il lancio dell’iniziativa possa avvenire prima del 20 gennaio, giorno della cerimonia di insediamento alla Casa Bianca di Barack Obama.

Secondo il magazine The Overclocker, Asus potrebbe lasciare a casa 45 mila dipendenti, il 50% della sua mano d'opera. Si tratta di una notizia che ci lascia a bocca aperta e per la quale manca una conferma o una smentita, perciò va messa nella categoria delle indiscrezioni. Siamo chiaramente a disposizione dell'azienda taiwanese, se vuole entrare nel merito.Google Chrome, il browser di Mountain View, sarà in versione definitiva nel prossimo gennaio. Da lì in poi, il mercato dei browser potrebbe ricevere un sonoro scossone, più che altro un terremoto.Sundar Pichal, Vice Presidente della compagnia, ha infatti spiegato al Times Online che la promozione del browser sarà massiccia, e che "probabilmente" il programma sarà preinstallato sui computer venduti, grazie ad un accordo con i produttori.

Il mercato, al momento, vede Internet Explorer al 70%, e Firefox al 20%: difficile capire chi subirà più danni. Secondo gli analisti, la preinstallazione sui computer è stata l'elemento che ha permesso a IE di spazzare via Netscape."Lo studio, di fatto, rivela che lo sviluppo collaborativo è in grado di creare un gigantesco valore economico. Negli ultimi due anni, più di 3200 sviluppatori di 200 società diverse hanno contribuito al kernel. E ancora di più hanno lavorato alle distribuzioni Linux.Misurare lo sforzo economico non è un sistema perfetto, ma questo rapporto spiega perché questa metodologia sia il miglior approccio possibile, e anche quali siano le sue limitazioni", si legge nel documento di Linux Foundation.

A Taiwan, dove è iniziata la distribuzione, sono disponibili tre versioni con SDD e sistema operativo diversi: Windows XP, SSD da 16 GB e SD da 16 GB (699 dollari); Linux e SSD da 32 GB (699 dollari); Linux e SSD da 64 GB (799 dollari). Disponibile inoltre per tutti gli acquirenti 20 GB di spazio online tramite il servizio EeeStorage.Per quanto riguarda la distribuzione in Italia, bisognerà aspettare novembre; il prezzo di listino sarà di circa 599 euro.Gli altri miglioramenti riguardano il minor quantitativo di operazioni di I/O per la lettura dei registri, l'indicizzazione dei file per la ricerca e le operazioni del kernel di basso livello, che impediscono il rallentamento all'accesso al menù Start e alla Taskbar. Windows 7, inoltre, carica all'avvio un numero di servizi inferiore, quindi si arriva più velocemente ad un desktop pronto all'uso. Non è tutto: Windows 7 è in grado di caricare i servizi "su richiesta", rimuovendoli quando non sono più necessari. In questo modo si ottimizza l'uso della memoria.

Apple ha conquistato la quarta posizione del mercato italiano pc. Secondo gli ultimi dati diffusi da Gartner, nel quarto trimestre il colosso statunitense avrebbe conquistato il 3,6% di share – con un volume di venduto pari a +27,4% rispetto all'anno precedente.Il testa alla classifica Acer, HP e Asus con rispettivamente una share del 31%, 24,5% e 10,6%. Interessante rilevare il ridimensionamento dei piccoli produttori: se i primi dieci brand in Italia hanno incrementato il volume di affari del 18,1%, i marchi sconosciuti hanno perso il 29,1%.

Insomma, i consumatori italiani nell'ultimo anno hanno acquistato mediamente prodotti di marca, netbook e soluzioni Apple. In base ai dati, infatti i margini di crescita più elevati sono stati registrati da Asus (+167,7%), Apple (+27,4%) e Sony (30,1%). Caduta libera invece per Fujitsu Siemens, che con 63.973 unità vendute ha perso il 32,6%.Il mercato italiano complessivamente ha raggiunto un volume di vendite pari a 2,152 milioni di unità, contro gli 1,822 milioni dell'anno precedente.

Il commercio elettronico continua ad essere florido, nonostante la crisi. Il 2008, infatti, ha visto una crescita del 20% rispetto all'anno precedente. Vanno di pari passo libri, musica e film, con i primi che continuano a rappresentare un mercato stabile e solido.Le informazioni sono contenuto nel rapporto b2C Netcomm - School of Management del Politecnico di Milano, nel quale si legge anche che la spesa media per utente è stata di circa 50 euro.Il mercato dei libri online, quindi, è sempre più florido, e tra i venditori IBS è il chiaro leader (ricordiamo che Amazon.com è escluso dalla media, non avendo una filiale italiana). Il mercato di libri, musica e film, in totale, rappresenta il 4% del totale del commercio online, circa la metà del valore europeo e statunitense.

L'eCommerce, quindi, va bene, e conferma il fatto che in Italia esiste una comunità di lettori appassionati, che sta poco a poco portando online la propria passione. aNobii deve il suo nome ad un insetto, particolarmente goloso di cellulosa, l'Anobium Punctatum Si tende a dire e pensare che in Italia si legge poco, e che i lettori rappresentano una minoranza. Probabilmente è vero, però sappiamo anche che questi lettori sono molto appassionati, capaci di divorare decine, forse centinaia, di volumi ogni anno. Per condividere questa passione con gli altri ci sono le librerie, le biblioteca, alcune caffetterie vecchio stile e. naturalmente, la rete.Ne è consapevole IBS, che ha appena stretto un accordo con aNobii, il popolare sito di Social Network dedicato ai lettori. L'eShop italiano fornirà al sito il proprio catalogo, formato da 550.000 libri in lingua italiana, che si andranno ad aggiungere al già nutrito database della rete sociale.

aNobii ha 300.000 iscritti in tutto il mondo, di cui ben 100.000 italiani, che sfruttano il sito per tenersi in contatto, scambiarsi pareri e gusti letterari, tenere traccia dei libri che hanno letto e che vogliono leggere e, soprattutto, condividere la propria comune passione.Un gruppo di editorialisti, spiega ancora Rosenthal, è al lavoro in questi giorni per individuare una cerchia di esperti e di tematiche "calde" per costruire lo scheletro dell’iniziativa. Il progetto segna anche la prima collaborazione all’interno del NYT tra la pagina editoriale e le redazioni che producono notizie: due "parrocchie" tradizionalmente distinte nel giornalismo anglosassone.


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