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Batteria Toshiba PA3589U-1BRS

Posted by yolafeature yolafeature on Saturday, February 28, 2015

Il lancio mondiale di questi nuovi strumenti e delle risorse è attualmente in corso e proseguirà attraverso l’HP Unison Partner Portal per il resto dell’anno e per tutto il 2015. L’HP Unison Partner Portal è stato messo a disposizione dei partner PartnerOne Platinum, Gold e Silver in più di 125 Paesi e sarà ulteriormente ampliato questo autunno.Avvicinare le aziende più piccole alla virtualizzazione e in particolare allo storage definito dal software è la sfida perseguita da HP con una nuova iniziativa commerciale: un programma che regala a chi acquisti un server basato su piattaforma Intel Xeon E5 v3 la licenza per 1 TB di capacità software-defined storage. Per ottenerla è necessario scaricare il software HP StoreVirtual Vsa (Virtual Storage Appliance), grazie al quale, spiega il vendor, “i clienti possono adottare facilmente il modello Sds implementando un ambiente di storage condiviso resiliente, a un costo e un ingombro inferiori a quelli di un hardware di storage dedicato”.

In particolare, secondo HP si può arrivare a ridurre fino all’80% il costo di implementazione di uno storage condiviso resiliente e a ridurre l’ingombro del 50% rispetto all’implementazione di un hardware di storage dedicato. Utilizzabile su tutte le macchine basate su tecnologia x86 e sulle piattaforme di storage esterne collegate all’hypervisor, HP StoreVirtual Vsa si avvale della capacità di calcolo e di archiviazione inutilizzata dal server per offrire lo storage condiviso resiliente ai server virtuali che eseguono VMware, Microsoft Hyper-V o Linux Kernel Virtual Machine.

A detta di HP, la sfida che coinvolge i service provider è quella realizzare uno storage condiviso che abbia un prezzo accessibile, che supporti funzionalità avanzate e che sia adatto alla commercializzazione. A oggi, infatti, l’adozione della virtualizzazione rimane ostica per le realtà di dimensioni più piccole, che non dispongono dei budget, dello spazio e delle competenze richieste da soluzioni di storage di classe enterprise.“Il costo dello storage condiviso continua ad essere il principale impedimento alla virtualizzazione dei server presso le Pmi e le filiali geograficamente disperse delle grandi imprese”, ha dichiarato David Scott, senior vice president and general manager, Storage di HP. “Offrendo senza costi aggiuntivi il software VSA insieme ai server basati su processore Intel Xeon E5 v3, HP e Intel rendono disponibile a tutti l’Sds senza costi aggiuntivi e permettono ai clienti di accedere a un ricco set di servizi per i dati a prescindere dall’hypervisor o dall’hardware, preservando in tal modo la libertà di scelta e riducendo i costi”.

L’iniziativa sopra descritta è estesa a tutti gli acquirenti di server con a bordo processori Intel Xeon E5 v3, compresi i modelli di Dell, Ibm e Lenovo, nonché i nuovi HP ProLiant Generation 9 (Gen9). Questi ultimi, freschi di lancio, includono una funzionalità che consente di implementare un ambiente di software-defined storage con un solo clic. Intel, da parte sua, ha sottolineato come i propri processori siano “la scelta in assoluto più smart per un ambiente software-defined”, come dichiarato da Bev Crair, general manager della divisione storage.

Test interni di HP hanno stabilito che l’uso di HP StoreVirtual Vsa su server x86 standard con processori Intel Xeon E5 v3 dà ottimi risultati in termini di prestazioni: quattro volte migliori quelle dello storage per i desktop virtuali e 1,8 volte quelle dei workload di elaborazione delle transazioni online (rispetto alla tecnologia di precedente generazione dei processori Intel per server), e il tutto senza incrementi di latenza.Secondo le ultime indiscrezioni riportate da The Wall Street Journal il colosso del data storage EMC starebbe valutando l'ipotesi di una fusione con un'azienda rivale. Le ragioni di questa scelta sono da ricondurre alle possibili dimissioni del CEO e alle pressioni di alcuni azionisti.

EMC avrebbe intrattenuto colloqui per quasi un anno con HP, senza approdare finora ad alcun risultato. L'accordo sarebbe stato un enorme successo, considerando che le due società hanno un valore di mercato complessivo di circa 130 miliardi di dollari. Stando alle fonti tuttavia le contrattazioni si sarebbero interrotte un paio di settimane fa a causa dei timori manifestati dagli azionisti, e al momento sembra improbabile una ripresa delle trattative. La fusione avrebbe dato origine ad una powerhouse capace di fornire alle aziende gli strumenti più adatti per la gestione dei dati ed avrebbe movimentato un mercato da 2 trilioni di dollari.

HP però non è stata l'unica in lizza: la società statunitense ha avviato colloqui anche con Dell, ma secondo il Wall Street Journal in questo caso è improbabile un'acquisizione completa, mentre è possibile una partnership parziale relativa al core business EMC, ovvero i sistemi di archiviazione dati. Tra le altre possibili opzioni troviamo Cisco e Oracle. Secondo fonti vicine alla vicenda JP Morgan starebbe svolgendo attività di consulenza per indirizzare l'azienda verso la soluzione migliore.EMC, pioniere nella costruzione di sistemi complessi per l'archiviazione di grandi quantità di dati, è prossima ad un crocevia strategico. L'amministratore delegato della società, Joe Tucci, ha anticipato che si dimetterà entro l'inizio del prossimo anno ma deve ancora annunciare un successore, e l'incertezza ovviamente crea inquietudine fra gli investitori.

Attualmente la public company è composta da tre aziende: EMC Information Infrastructure, suo tradizionale centro di gravità che gestisce l'attività di data storage, VMware, attuale fiore all'occhiello del gruppo e pioniere nell'attività di virtualizzazione e Pivotal, che si occupa di sviluppo software. Se poco più di 10 anni fa le azioni valevano più di 100 dollari, ora passano di mano per meno di 30 dollari. Trovare un partner strategico sembra ormai una priorità per EMC.Fra i tablet classici e i portatili “vecchio stile” c’è ancora abbastanza spazio vuoto da riempire per far largo a nuovi modelli. Come HP Pavilion x2, un notebook/tablet convertibile con schermo da 10 pollici e sistema operativo Windows. C’è spazio, si diceva, ma non certo per la mancanza di offerta: nell’ondata dei nuovi modelli portatili dell’era “post-Pc” gli ibridi sono anzi una fra le tipologie più prolifiche, sia perché offrono l'esperienza d'uso più completa per il sistema operativo Windows 8, sia perché capaci di intercettare più motivazioni di acquisto dal momento che funzionano come sia come tavolette sia come notebook dotati di tastiera.

Con i suoi 329 euro di prezzo (per la configurazione di partenza, dunque con 2 GB di Ram e 32 GB di storage) il Pavilion x2 da 10 pollici è un’alternativa a modelli concorrenti ugualmente basati su Windows ma anche ai Chromebook, categoria di prodotto low cost che oltreoceano ha ormai preso piede. Le caratteristiche tecniche di fascia media lo rendono adatto all’uso personale di studenti, professionisti o manager in trasferta, e in ogni caso a chi privilegia la comodità della tastiera e di un formato piccolo e leggero. L’utilizzo in mobilità è favorito dalla durata della batteria: quasi dodici ore, in media, a detta di HP.

La Corte di Cassazione ha riconosciuto il diritto al rimborso per la licenza del sistema operativo Windows preistallato sul Pc di un utente privato, mai attivata. Non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza, ma la decisione dà indiscutibilmente ragione ai consumatori.La sentenza è definitiva e costituisce un precedente importante per la legislazione italiana: HP dovrà rimborsare il consulente informatico Marco Pieraccioli. Per chi si fosse perso qualche passaggio, la vicenda è iniziata nel lontano 2010 e verte sulla richiesta di rimborso che l'utente ha avanzato per non aver mai attivato la licenza del sistema operativo Windows preinstallato sul Pc acquistato.

La Cassazione ha stabilito che un consumatore "[…] ha il diritto, qualora non intenda accettare le condizioni della licenza d'uso del software propostegli al primo avvio del computer, di trattenere quest'ultimo restituendo il software oggetto della licenza non accettata, a fronte del rimborso della parte di prezzo ad esso specificamente riferibile".“L’utilizzo non integrato di piattaforme Dcim e Itsm indipendenti le une dalle altre non solo è costoso e richiede tempo, ma può rendere difficile per gli operatori di data center gestire l’It e le funzioni degli impianti in modo regolare ed efficiente”, ha aggiunto Rick Einhorn, vice presidente della divisione Worldwide data center consulting di HP.Perché scegliere un Android invece di un Chromebook come dispositivo non soltanto ludico, ma anche all’occorrenza come strumento di lavoro, portatile sì ma da appoggiare prevalentemente a una scrivania? L’ecosistema di app sfruttabile è sicuramente più ampio, basti pensare alla possibilità di usare Skype per le videoconferenze e di farlo su uno schermo di dimensioni generose. Ma in ogni caso pare improbabile, e certo prematuro, ipotizzare che Android possa sostituire Windows e MacOS a bordo di computer desktop con vocazione di produttività.

Ovviamente è su questi argomenti che i concorrenti cercano di fare presa per accaparrarsi gli ex clienti IBM. Come sottolinea a The Register Gianluca Degliesposti, direttore di EMEA per server e storage business di Lenovo, HP ha tempo sta cercando di alimentare l'incertezza di partner e clienti per attrarli a sé. Però i clienti erano già consapevoli da tempo dell'intenzione di IBM di vendere la divisione Server, e il fatto che adesso si conosca il nome del nuovo proprietario in realtà potrebbe dissipare i dubbi e le incertezze passati. Non resta che stare a vedere. L'abbandono del supporto a Windows XP sta dando un po' di respiro al mercato PC. Le aziende, spinte dalla necessità di rinnovare il parco macchine, nel primo trimestre hanno infatti trainato le vendite portando il conto complessivo a una riduzione di solo l'1,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con 76,6 milioni di unità consegnate.

I dati sono della società di ricerche Gartner, ma in queste ore anche IDC ha pubblicato valori allineati. Guardando alla situazione negli ultimi 12 mesi sembra quindi che il mercato sia avviato verso una lenta ripresa. Nel primo trimestre 2013 infatti il dato era fortemente negativo (-13,9%), nel corso dell'anno poi c'è stato un parziale recupero e si è passati a -10,9% nel secondo trimestre, a -8,6% nel terzo fino ad arrivare a -6,9% a fine anno. A dare una ventata di ottimismo ci sono anche i dati dei produttori: Lenovo, HP, Dell e Asus sono in crescita, con addirittura un +10,9% per Lenovo. L'unica pecora nera è Acer, che continua a perdere e nel periodo in esame segna un -14,8% rispetto a un anno fa.


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